caro diario

A volte ritornano

Mi sono detta, rimetti mano al blog, ma mica lo so da dove partire, perché ricominciare da dove ci eravamo lasciati più o meno un anno fa, é complicato.

Perché complicato? Perché questo sarebbe dovuto essere l’anno della svolta, l’anno in cui il blog avrebbe avuto senso, perché vi avrei raccontato le vicissitudini di quella ragazza che sognava di vivere al mare e finalmente realizzava il suo sogno.

Purtroppo però le cose sono andate diversamente, mi sono trasferita certo, ma nel bel mezzo di una pandemia, il che ha complicato enormemente le cose, sia per quanto riguarda le varie prassi dei documenti da ottenere, cosa di cui senz’altro avrei voluto parlarvi, sia per quanto concerne la libertà di muoversi senza paura e conoscere davvero la mia nuova casa.

In questi mesi, così come voi, mi sono sparata quarantene, coprifuoco di dubbia utilità e per non farmi mancare nulla, pure un tampone per il compleanno con tanto di isolamento fiduciario fino all’esito, per fortuna negativo.

Insomma non avevo nulla di particolare da raccontare perché in questo 2020 non ha avuto molta importanza il luogo in cui ci si trovava, ci siamo trovati tutti sulla stessa barca che sembra fare acqua da tutte le parti.

Mi sono sentita senza ispirazione per mesi, perché gli stimoli da smartphone non mi bastavano, al tempo stesso volevo andare avanti almeno con il pensiero, così mi sono iscritta ad innumerevoli corsi per migliorare la mia preparazione, senza prendere parte alla famosissima saga delle dirette di Instagram dove spesso ci si riempiva la bocca del niente più totale.

Sentivo di dover rimanere concentrata e mi sentivo in obbligo di rimanere quella persona, che pur stando sui social, non doveva intasarli con la sua presenza se non aveva nulla da dire, senza contare che in determinati momenti è davvero meglio tacere.

Sono stata triste, arrabbiata, speranzosa, nostalgica, a tratti felice, poi ancora annoiata e al tempo stesso stremata dalla mia testa che di fermarsi non ne voleva sapere.

Nella mia testa ho viaggiato tante di quelle volte da ritenermi fortunata di non dover pagare il biglietto.

La verità è che quando cambi vita all’inizio tutto ciò che vuoi sapere è che in qualsiasi momento tu ne senta il bisogno puoi tornare, era questo che mi ripetevo il 16 febbraio quando ho comprato quel biglietto di sola andata per me e Luna.

Poi la pandemia e la malattia di Luna hanno infranto le nostre speranze, ma oggi non voglio essere triste, oggi realizzo il buon proposito di tornare su queste pagine per dare un senso a questo spazio per cui in questi anni ho lottato così tanto.

Voglio darmi di nuovo la possibilità di raccontarmi perché ne ho scoperto l’urgenza.

Stavolta torno presto, lo prometto!

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caro diario

I pipponi di fine anno

Avevo detto che non avrei fatto bilanci, pensavo mi facesse stare male, invece ho iniziato a scrivere e non mi sono più fermata, e allora mi sono detta “vediamo dove mi porta”.

Il 2019 è stato mio amico fino al mio compleanno poi ha deciso che dovevamo litigare e che io dovessi iniziare a somatizzare tutto ciò che non andava come preventivato, è stata dura combattere contro me stessa, è stata dura sentirmi addosso tanta pressione, è stata dura perdere Ettore e sentire di averlo trascurato per qualcosa di grande che avrebbe dovuto comprendere anche lui.

Sto cercando faticosamente di riprendere il controllo sui miei stati d’animo, sto cercando di essere paziente e di non arrabbiarmi con me stessa perché non riesco più a far fronte all’ansia, perché non ho mai lasciato che l’ansia prendesse il sopravvento e invece ora ci devo coesistere.

Mi ripeto che devo essere indulgente perché ho fatto così tanti passi che non credevo sarei stata in grado di fare, ho lasciato un lavoro a tempo indeterminato per buttarmi in un mondo che ho scelto e voluto fortemente, ho studiato, fatto corsi, non smetto mai di documentarmi perché siamo in continua evoluzione.

Ho percorso a ritroso i passi del mio destino, salutando luoghi per sentirmi più vicina a chi non c’è più.

Ho organizzato il matrimonio, ovviamente non da sola, ma nessuno di noi due aveva idea di come si facesse, da dove si partisse, eppure ce l’abbiamo fatta ed è stato tutto bellissimo, meglio di come avevamo immaginato, perché quello che conta è solo l’amore. Io comunque continuo a consigliare una wedding planner perché organizzare un matrimonio è davvero un’impresa mai finita fino al giorno prima.

Ho visto posti che non pensavo potessero esistere davvero, li ho assaporati, osservati e mi sono sentita parte di un mondo bellissimo.

Ho cominciato a realizzare che forse per chi ha trovato il suo posto nel mondo è il mondo stesso ad essere casa, e questo pensiero mi ha aiutata ad affrontare il passo più difficile, quello ancora incompleto, in via di definizione, lavori in corso.

Certo l’ansia non ha aiutato a superare gli ultimi due capitoli di questo 2019, ma ho la fortuna di essere una persona estremamente razionale che si rende conto di aver dato tutto e di essere stremata.

Quando parlo con alcune persone mi sento dire “va beh ma dai vai a vivere al caldo starai benissimo e poi hai smesso di lavorare a giugno come puoi essere stressata, hai viaggiato”

E allora ho deciso di spiegare una volta per tutte, che no non ho smesso di lavorare a giugno, ho solo smesso di fare due lavori, ma io lavoro tutti i giorni, anche il sabato e la domenica.

Vado a vivere al mare al caldo e non vedo l’ora, ma la mia famiglia e i miei amici rimangono a 4000 km da me e non sarà facile, come non è stato facile trovare la nostra casa, sbrigare tutta la burocrazia in un altro paese con un’altra lingua.

Ho viaggiato, si tante di quelle volte che vorrei solo fermarmi e smettere di prendere aerei ogni 15 gg quando va bene.

Vorrei dire a queste persone che il solo fatto di aver avuto il coraggio di cambiare la mia vita meriterebbe comprensione, ma non importa.

Forse non mi importa di quelle persone.

Ora mi importa della nostra famiglia e dei passi che mancano per la realizzazione del nostro futuro, il bello deve ancora venire.

E forse proprio per questo avrò il fantasma del 2019 ancora con me per almeno un mese e mezzo, ma non importa perché siamo noi a fare la differenza e io mi impegnerò per far capire al mio corpo che potremo riposarci appena finito.

Ci prenderemo un tè in terrazza guardando il mare ogni mattina e sarà lì che avrò fatto pace con la mia ansia.

Manca poco, nel frattempo saluto il 2019 come una scatola piena di cose farebbe, una scatola piena di cose da cui ripartire.

Non potevo essere più onesta di così e continuo a ripetermi, a volte anche a voce alta, che andrà tutto bene.

Grazie a chi c’è stato fisicamente o solo con il pensiero, grazie a chi si è preso cura di me, ma sono sicura che i miei grazie arriveranno a chi devono arrivare.

Ovviamente ho avuto buona compagnia per tutto il viaggio e molto amore.

Grazie per aver letto fino a qui ❤️

caro diario

18 giorni…

Come al solito non so dare un titolo e quindi il mio countdown torna utile a qualcosa di diverso dal farmi venire ansia, che poi fosse vero.

L’ansia è arrivata decisa e puntuale portando con se fame (atavica e no, non sono incinta.), una strana irritazione all’occhio sinistro (che ho deciso essere sindrome dell’occhio secco, anche se brucia a tratti come una congiuntivite, ma no secrezioni no party cit. Wikipedia) e ultimo ma non ultimo un triplo herpes labiale che mi fa sembrare la sorella illegittima della Lecciso.

Dimenticavo i brufoletti sul mento stile pubertà che curerò con la luce liquida (grazie estetista cinica probabilmente non leggerai, ma ti si fa pubblicità pure sul blog).

Bollettino medico/estetico a parte mancano 18 giorni al matrimonio e ci sono ancora diverse cose da fare, e quando dico diverse significa molte, troppe 😂 ma quanto meno i tavoli sono più o meno fatti senza troppe tragedie e di questo dobbiamo andare fieri. Comunque rimane un compito ingrato fare i tavoli. Quindi se stai per sposarti organizza una grigliata a buffet in un parco 😂.

Devo ficcarmi in testa che per quanto io voglia cercare di accontentare tutti, non sarà possibile e che comunque non abbiamo scelto un menu da 18 portate della durata di 8 ore, perciò possiamo sopravvivere tutti.

Posso svegliarmi in Polinesia? No, scherzo! Che poi sembra che non voglia sposarmi, sono sempre più convinta che non ci sia altra persona al mondo con cui vorrei condividere la vita e ogni passo verso i cambiamenti che ci aspettano.

Qualche anno fa nemmeno potevo immaginare tutto questo, non ne ero in grado, non pensavo di meritare di essere felice e avevo paura, troppa per capire che avrei dovuto solamente essere me stessa e il resto sarebbe arrivato.

Chi l’avrebbe mai detto? Di sicuro non io, ma l’amore è la cura, sempre e per ogni cosa.

Ps: ora lamentate la mia latitanza, ma dal 14 ottobre vi lamenterete del contrario, sappiatelo ❤️

caro diario

A volte ritornano

Una parola: imperdonabile!

So di esserlo, lo sono, anzi lo sono stata.

Lo sono stata perché ho deciso di aprirmi oggi, perché condividere i miei blocchi può farmi bene e mi può aiutare a superarli.

Ho creato questo blog per condividere la storia di un viaggio, il mio. Quindi scrivevo articoli nell’attesa di poterne davvero parlare di questo momento della mia vita, ma ora è diverso.

Perché? Perché sono nel mio periodo blocco, quando qualcosa mi piace visceralmente divento altalenante e come era successo per la musica è successo per la scrittura.

E mi giustifico dicendo che manca un mese al mio Matrimonio e che non posso costringermi a fare qualcosa che non mi va, che sarà colpa dell’ansia, perché chi non ne avrebbe se si sposa e poi si trasferisce?

Ma per un istante mi sono resa conto che stavo mentendo, è solo più facile non cercare di sviscerare come mi sento, è meno faticoso e doloroso a tratti. E ho deciso di avere coraggio.

Sono felice, per la prima volta nella mia vita credo di aver capito a spanne il concetto. Elettrizzata dal futuro, curiosa e pronta a buttarmi e ad abbracciare i miei progetti, quelli scritti sull’agenda verde acqua. Ma anche i progetti scritti su quella bianca e verde, quelli che riguardano la famiglia (no, non sto parlando di bambini).

Al tempo stesso, appunto manca un mese al matrimonio, il che implica dover sbrigare le ultime “rotture” perché parliamoci chiaro le ultime cose sono le più pesanti da organizzare, è il momento in cui rimpiangi di non esserti rivolta ad una wedding planner. Quel momento in cui davvero, non vedi l’ora che arrivi quel giorno goderti solo la festa.

Sto vivendo dei cambiamenti in una fase di stallo, che è strano a dirsi, ma è esattamente così, ho lasciato il lavoro ormai da qualche mese e sto cercando di trovare la giusta modalità per essere il capo di me stessa e devo ammettere che è meno facile di quanto immaginassi. E non sono neppure un capo indulgente.

Quindi nulla, sto cercando di imparare ad essere il mio capo mentre organizzo un matrimonio (ovviamente non sono sola, eh non mi partite coi pipponi “ma lui ti deve aiutare” ci siamo divisi i compiti e i miei e sono più duri 😂 del resto sono donna😂) , sistemo burocrazia, studio lo spagnolo, faccio un corso di approfondimento per Instagram e cerco di esserci attivamente per costruire la base del mio futuro. 2 robe proprio 😂.

Però la verità qui la posso dire, perché è una specie di diario. La verità è che il tempo passa velocemente e io me la faccio addosso 😂😂 non letteralmente. No dai. Ci riprovo.

La verità è che tra pochi mesi sarò a quasi quattromila km e certe persone mi mancheranno profondamente e quindi mi mancano già ora anche se sono ancora qui. Ma vedete che schifo di concetto, avrei dovuto spiegare?

Ora ho capito che invece ho bisogno di scrivere per stare meglio e quindi vi autorizzo a tartassarmi se non mi vedrete passare di qui almeno una volta alla settimana. Giuro.

Dopo questo sproloquio, vado a fare la prode aiuto chef e vi auguro buona serata 💕

caro diario

Il primo post del 2019 o il primo viaggio

Mi sono accorta solo ora di aver promesso un sacco di volte un articolo nel 2019, ma di non averlo mai scritto, quindi questo sarà il primo.

(Meglio tardi che mai è solo il 10 Febbraio 😂)

Come accennavo un paio di giorni fa sull’instagram non sono nemmeno stata in grado di definire la classica parola chiave dell’anno, un po’ per l’estrema mancanza di dono della sintesi e un po’ per una forte indecisione nella scelta tra due parole AMORE e VIAGGIO.

L’amore del resto è stata negli ultimi quattro anni (esattamente dal 15 febbraio) la parola d’ordine dei miei giorni, ma anche la FORTUNA ne è complice, perché si, per l’amore ci vuole anche un pizzico di fortuna. Ma quest’anno è comunque l’anno del coronamento, o almeno così si dice del matrimonio. Chi mi conosce, o ha imparato a farlo da queste righe, sa che non sono la classica ragazza che pianifica il proprio matrimonio fin da bambina, forse addirittura non ci avevo mai pensato, eppure ora mi sembra così giusto perché siamo noi, forse nel nostro caso inizi a pensarci nel momento giusto con la persona giusta.

Tutto questo sproloquio per dire che forse la parola dovrebbe essere AMORE, ma allo stesso tempo il 2019 è l’anno del viaggio e stavolta non metaforicamente per trovare una me stessa nascosta chissà dove (mi accontento delle mie “me” già ritrovate che fanno molta fatica a trovare accordo tra loro 😂), ma proprio del viaggio vero, con le valigie.

Mi piacerebbe dire valigie cariche di sogni (fa un sacco figo scrivere queste cose metafisiche), ma mentirei perché saranno cariche di vestiti che poi nemmeno indosserò, come sempre del resto 😂.

Saranno viaggi di sopralluoghi e di scoperte, alcuni unici e irripetibili e altri ricorrenti, ma sempre bellissimi, perché viaggiare riempie gli occhi e l’anima.

Dal primo viaggio sono rientrata da qualche giorno, dovevo raccogliere i pensieri e superare il rientro prima di scriverne, ma credo di essere pronta, ovviamente non sarà un resoconto del viaggio a tappe, perché non sono una travel blogger, io sono una di quelle sentimentali che parla dei luoghi in riferimento ai sentimenti e alle emozioni, insomma una romantica per farla breve.

In origine questo doveva essere un viaggio con le donne della mia famiglia, il viaggio che io, mia mamma e mia sorella non avevamo mai fatto insieme, non da adulte almeno. La meta ovviamente era stata scelta in base alla necessità (più mia) di tranquillizzarle in merito alla mie scelte di vita (ormai non troppo lontane) date da quella classica preoccupazione del “per lo meno vedono che andrò a stare bene” 😂

Purtroppo mia sorella non è potuta venire, lei ha una dedizione al lavoro invidiabile che non sono mai riuscita ad avere in nessuno dei posti lavoro che ho cambiato in questi 15 anni, ho sempre invidiato chi ha trovato la propria strada e giustamente quando l’hai trovata i sacrifici li fai, senza che ti sembrino tali. (Ma questo è un altro discorso e io divago troppo)

Quindi io e mia mamma siamo partite per Tenerife, io con qualche ansia e qualche valigia (piena di vestiti mai indossati 😂). Parlo di un’ ansia da prestazione dovuta al fatto di dovermela cavare senza aiuti, l’idea di guidare una macchina non mia in un paese straniero (chi mi conosce sa che io guido sempre, ma mai le macchine degli “altri”), di dovermi arrangiare con uno spagnolo arrabattato e organizzare una sorta di itinerario.

Tutte le mie ansie sono state vinte per merito di motivazioni più profonde, e ne vado piuttosto fiera, perché ho superato le mie paure per cercare di regalare a mia mamma un viaggio da ricordare, il primo insieme su quest’isola, volevo che avesse una buona impressione e degli ottimi ricordi.

Questo viaggio mi ha insegnato più di quanto sperassi, sia nel conoscere e superare i miei limiti, sia nel rapporto con mia mamma, un rapporto che è sicuramente migliorato in questi anni, da quando non siamo costrette a stare insieme, ma scegliamo il tempo da dedicarci.

E la mia futura “casa” si è dimostrata bella e accogliente, calda e confortevole e il fatto di averla condivisa me l’ha fatta amare ancora di più. Un po’ come avessi bisogno dell’approvazione 😂.

Insomma alla fine in un viaggio per me sono importanti i sentimenti e quindi torniamo ancora all’amore.

Ecco perché alla fine non sceglierò tra AMORE e VIAGGIO, ma li abbraccerò entrambi.

❤️

caro diario

… non per tutto questo tempo…

Oggi mi sono detta che era ora di scrivere qualcosa quaggiù, nei meandri di WordPress, perché manco da troppo, mi manco da troppo.

Chi mi conosce sa che ci sono periodi in cui mi isolo da me stessa, mi spengo perché conosco i comandi per disinnescarmi, è tendenzialmente lo faccio per il mio bene.

Non so quanto tutto questo sia un modo sano per affrontare la vita, ma mi aiuta a stare a galla e a non darmi troppa importanza in quei momenti dove vorrei solo urlare e andarmene il più lontano possibile da quasi tutto.

Non è mai stato facile essere me perché non ho mai saputo vivere con leggerezza, che in fondo è una delle cose che mi fa sentire profondamente fiera di me stessa, ma mi toglie così tante energie.

Non sono capace di lasciarmi scivolare i fatti, i giudizi e le decisioni altrui, la frase “fregatene” con me non hai mai funzionato, anzi mi fa incazzare.

E allora ho imparato a far tacere me stessa, quando è troppo e sclererei, ma ora non si può, stacco la spina, smetto semplicemente di essere consapevole e attacco la modalità “navigatore automatico-funzionalità base”.

Solo chi mi conosce sa che non sono del tutto io e aspetta che io possa tornare a sopportare e sopportarmi, perché non sono indulgente tanto meno con me stessa, chi mi conosce attende che passi.

Mi sento in attesa del mio vero futuro e bloccata allo stesso tempo in quella che so di non essere la mia vita, vivo già di mancanze e di sindromi da distacco precoce, perché ci sono persone che mi mancheranno da togliere il fiato e altre che ho già perso qui, anche se può non sembrare.

Mi ripeto che devo ritrovare la pazienza, ma non fa parte di me ultimamente, perciò ho deciso che vivrò tutto come Luisa senza spegnere nulla, perché forse il fatto di spegnersi giova più agli altri che a me e nel 2018 ho imparato che non sono fatta per compiacere gli altri.

Si avvicina l’anno più importante della mia vita e io sarò presente con vigore.

E prometto di non censurarmi più o per lo meno non per tutto questo tempo.

App, Salute, sport

Recensione App Sweatcoin

Sweatcoin questa app sconosciuta, ho deciso a grande richiesta di scrivere una recensione un po’ più dettagliata di quelle che si trovano per ora in rete.

Cari amici, chi non vorrebbe essere pagato per camminare o camminare e comprarsi un iPhone?

Innanzitutto si tratta di un app gratuita fruibile sulle piattaforme iOS e Android ed è nata per incentivare il movimento, gli spostamenti a piedi e la salute, quindi non abbiate paura a scaricarla non vi mangia, ma può fornire un incentivo per migliorare il vostro stile di vita.

-Cosa serve?

Uno smartphone dotato di gps, che possa permettere all’app di registrare i vostri passi.

-Incide sulla batteria dello smartphone?

Ni o meglio se non la aprite ogni due minuti e già utilizzate delle app per monitorare l’attività fisica non noterete alcuna differenza, se invece la aprite spesso per controllare mentre state camminando per esempio se funziona, ecco li sappiate che il vostro smartphone vi abbandonerà a breve (la batteria sempre eh).

-Devo avere delle accortezze particolari?

No, ma è necessario ricordarsi a fine giornata di verificare se sono stati calcolati tutti i passi, l’app fa un scarico automatico dei dati ogni 2000 passi, ma potrebbero essere rimasti dei passi.

Ecco come fare:

dalla pagina iniziale cliccate si info e vi si presenterà questa schermata:

Alla voce Unsent steps il sistema vi darà il numero di passi ancora non convertiti e cliccando su force send now potrete monetizzarli

È doveroso precisare che i passi per essere conteggiati dovranno essere rilevati con gps, quindi i passi che facciamo in casa non contano, ma contano solo quelli che implicano uno spostamento all’esterno, per evitare che i furbi camminino sul posto per 3 gg.

-Qual’è il tasso di cambio?

Un Sweatcoin corrisponde a 1000 passi.

-Quanti Sweatcoin posso accumulare al giorno?

Con la versione base fino a 5 indipendente che voi facciate 5000 o 10000 passi al giorno. È possibile però eseguire un upgrade a diversi livelli, senza alcun costo aggiuntivo in euro.

Mi spiego meglio, di solito le app nelle loro versioni base sono gratuite, ma hanno un costo se si passa alla versione premium, per Sweatcoin il discorso è un po’ diverso:

In questa pagina potete visualizzare il vostro profilo e capire che tipo di abbonamento avete, si partirà con

La cosa fantastica dell’app è che i vari upgrade si pagano in Sweatcoin sempre. Io per esempio sono già passata da mover a shaker.

-Cosa ne faccio dei Sweatcoin?

All’interno dell’app c’è uno store:

Questi sono solo alcuni esempi di quello che potete trovare.

-Se la consiglio?

Si, assolutamente, non ha nessuna controindicazione 😉

Spero di esservi stata utile, se avete domande rispondo con piacere sui vari social, nel frattempo buona camminata a tutti.

caro diario

Quando l’articolo che devi scrivere è un altro.

È tutto il giorno che temporeggio, ho due/tre articoli scritti su carta straccia con una pessima calligrafia da pubblicare, ma non ero e non sono in vena per nessuno di loro.

Questo periodo è molto strano per me, alterno momenti di massima euforia ed emozione a momenti di stanchezza e massimo sconforto. Sento che dovrebbe essere tutto facile, ma sembra sempre più difficile, come se mi imbattessi continuamente in ostacoli, sbattimenti e delusioni.

Mi sono convinta che deve essere così, che il mio ultimo anno in Italia debba fare in modo che io non ne senta affatto la mancanza, che poi non sarà mai così.

Si, mi piace lanciare delle bombe con noncuranza e proseguire il discorso, ma credo sia doveroso spiegare a voi che leggete queste righe questo progetto di vita, perché questo blog è nato principalmente per questo, per accompagnare il viaggio, per documentare la strada e non perdere il segno.

Qualche mese fa, non senza preoccupazioni e molti dubbi, io e il mio compagno abbiamo deciso di provare a costruirci una nuova vita in un’ isola a 4000 km dove è primavera (quella calda) tutto l’anno, dove c’è pure l’oceano e un vulcano.

A gennaio 2020 ci trasferiremo a Tenerife, probabilmente a Santa Cruz, ma per i dettagli abbiamo tempo, anche se organizzare un matrimonio, un trasferimento, avviare un’ idea di business, imparare una nuova lingua e lavorare è molto impegnativo, ecco perché ogni tanto sono latitante.

La nuova direzione per questo blog è affrontare questo cammino con me, oltre a parlare delle solite cose, vorrei portarvi con me e condividere questo viaggio, anche per vivermelo più a fondo, con più consapevolezza. Nulla è facile da affrontare, i cambiamenti spaventano, ma mettere tutto nero su bianco aiuta anche a focalizzare.

Il motivo? I motivi? Sono svariati partendo da quello più scontato e più ovvio ovvero che ho sempre sognato di vivere al mare, ma so che detta così sembra banale, in realtà abbiamo voglia di provare a vivere una vita diversa, lontana da questi ritmi, lontana da curriculum vincolanti, lontana dal portarsi il lavoro a casa, ma lavorando da casa, lavorando per noi stessi e per il nostro futuro, prendendoci il nostro tempo, godendo del nostro tempo.

Anche questo sembra forse un po’ riduttivo, cosa ci può essere di riduttivo nell’ ammettere che siamo molto felici, ma forse saremmo molto più felici a provare a realizzare dei sogni, pur avendo sempre i piedi per terra?

Diariodiunascappatadicasa è molto più che un blog per me, è una scommessa su me stessa, è la mia idea di futuro e il futuro al tempo stesso, è nata per accompagnare ed essere questo viaggio, per conoscermi e per creare un mondo tutto mio e invitarci delle persone.

Ci sono moltissime idee, tantissimi progetti, che da domani voglio iniziare a raccontare, stasera è tardi e ho sganciato la bomba più grossa, una delle più grosse.

Ora che ho svelato questo segreto, sarà tutto più semplice, perché parlarne lo fa sentire più vero e più vicino ma anche più doloroso da un certo punto di vista, non è facile lasciare la propria famiglia, la proprie amicizie e la propria città, perché non smetteranno mai di mancarci, ma so che forse certi legami si rafforzeranno e capiremo cosa è davvero importante e chi.

Tutto questo è una sfida e io voglio giocare a credere in me stessa, perché si inizia giocando e poi forse ci si crede davvero.

Ho altri articoli da pubblicare, ma quello che davvero volevo dire era questo, in tutta la sua semplicità, senza pensare troppo e alla rinfusa, spero non siate delusi, ho pensato molto a come dare la notizia, ci ho pensato talmente tanto che alla fine ho pensato di farlo così come veniva. E sono già un po’ più felice.

Buonanotte

Matrimonio

Ebbene sì… mi sposo!

Leggendo il titolo probabilmente qualcuno si aspetterà un racconto dettagliato della proposta che ho ricevuto, ma visto che come al solito con i titoli non sono brava, mi spiace deludervi, ma non è di questo che parlerò. (Eh poi il mio compagno è timido e certi particolari preferiamo tenerceli per noi, senza offesa eh 😉)

Cioè si, parleremo di matrimonio, ma nello specifico di come si organizza un matrimonio e la cosa folle è che io non so proprio da che parte si cominci.

Non sono la classica ragazza che sogna il matrimonio fin da bambina e ha interi album di abiti da sposa e la location dei sogni nel cassetto, no io sono quella contraria al matrimonio (perché il matrimonio altro non è che un contratto e non mi serve un contratto per definire l’amore) che poi un giorno ha trovato l’amore vero e si è ricreduta.

Quindi partendo dal presupposto che io di matrimoni ne so meno di zero, vi racconto come sto cercando di raccapezzarmi con l’organizzazione del mio.

Raccogliendo un consiglio “da bar” ho scaricato l’app di Matrimonio.com perché “è come avere un wedding planner” (seeeeee come no) il risultato sono 7 email al giorno che mi ricordano che devo scegliere il vestito, amici suvvia mi sposo a settembre 2019 per il vestito mi sembra proprio presto.

Per quest’anno gli unici obiettivi sono fissare data e location, che dici poco, è un lavoro a tutti gli effetti, come se già non lavorassi abbastanza 😅.

È anche divertente eh, perché magari qualcuno pensa “questa lamentona non c’ha proprio voglia di sposarsi”, non è questo è che ci sono un sacco di criteri per scegliere la location giusta, o meglio io ho istituito la mia personalissima lista di criteri:

– no alla ghiaia (perché se come me i tacchi non sono i vostri migliori amici, rischiate di ribaltarvi e stamparvi nel giorno più bello della vostra vita 😂)

– no alle location nella “bassa” perché per parecchi giorni all’anno c’è quel eau de toilette che non è proprio piacevole 💩😂

– no alle location troppo lontane per evitare che amici e parenti si facciano km soprattutto al ritorno

– no alle location troppo grandi e dispersive (perché non arriviamo a 100 invitati)

– no alle location che ti calcolano l’open bar a cocktail (che razza di open bar è se mi conti i cocktail)

– no alle location con arazzi e poltrone in velluto (non abbiamo 80 anni)

Quindi in questa pazza ricerca, calcolando anche le disponibilità delle location per la data scelta, siamo giunti a 3 papabili che però come ben si sa sono da andare a visitare perché in foto dalla giusta prospettiva e con un po’ di ritocco anche un bettola sembra carina.

Ovviamente l’app Matrimonio.com si è rivelata utilissima in questo frangente perché è possibile mandare richieste di preventivo ai fornitori molto facilmente e ricevere risposta tramite email.

Quindi abbiamo inviato delle richieste di preventivo e siccome su tre location solo una ha disponibilità nella data indicata (per fortuna non si sposa più nessuno), abbiamo studiato tutto il materiale che ci è stato inviato e ci hanno invitato ad un open night organizzato da una nota società di catering che gestisce più location, compresa la nostra preferita.

Che figata, direte voi, eh no vi devo dire che sono sconvolta dalla quantità di gente che va a queste eventi con amici e parenti solo per scroccare cibo e alcool, non sto esagerando eh, gente che sembrava non mangiasse da anni 😂.

Ovviamente tutta questa gente ha reso impossibile il fatto di poter avere informazioni concrete riguardo al tutto, quindi fisseremo un appuntamento direttamente nella location, incrociate le dita perché il prossimo post dedicato al matrimonio vorrei fosse intitolato “habemus location”.

Ah ovviamente se qualcuno avesse delle dritte, sono molto più che ben accette.

Serie Tv del momento Rubrica

Serie Tv del momento -capitolo 2- Once upon a time

Bentornati al nostro appuntamento settimanale con la rubrica serie tv, la scelta della settimana è ricaduta sulla tanto discussa serie “Once upon a time” giunta ormai alla settima e ultima stagione; Pensate che la prima puntata della serie fantasy statunitense è andata in onda su ABC nell’ottobre 2011.

La serie é ispirata a leggende, classici fantasy, ma soprattutto alle fiabe, per citarne alcune Biancaneve, Pinocchio, La bella addormentata, Peter pan, il mago di OZ, Cenerentola e la bella e la bestia. Tutto ovviamente traslato ai giorni nostri, con personaggi delle fiabe che vivono vite comuni negli anni 2000.

La prima stagione inizia con Henry, ragazzino di 10 anni che scappa dalla madre adottiva Regina Mills, sindaco della “ridente” cittadina del Maine Storybrooke, per andare a cercare sua madre biologica, spinto nella ricerca dalla lettura di un libro di fiabe “once upon a time” appunto.

Leggendo il libro Henry si convince che “Storybrooke” sia sotto un incantesimo oscuro per cui le persone che lui frequenta abitualmente altro non sono che i personaggi del libro che provengono dalla “foresta incantata”, immemori però del loro passato, e che solo la “salvatrice” Emma Swan, sua madre biologica, potrà spezzare il sortilegio.

Il ragazzo riesce a trovare Emma e a portarla a Storybrooke, scatenando però, l’ira di Regina, la madre adottiva responsabile, tra le molte malefatte, di aver lanciato questo incantesimo per distruggere la sua nemica storica Biancaneve, madre di Emma, nonna di Henry (Si decisamente più incasinato di Beautiful).

A rendere tutto ancor più avvincente è proprio il fatto che i personaggi, che al pubblico visibilmente suggeriscono la loro vera identità fiabesca, sono assolutamente ignari della loro vita passata e ignari anche di quella dei loro cari, le loro vite si sfiorano e intrecciano naturalmente guidati dai legami di “sangue” senza però una piena consapevolezza.

Già dall’inizio si comprende che l’indiscussa protagonista, l’eroina della fiaba, è Emma Swan, che per 6 stagioni affronterà avventure e difficoltà di ogni tipo pur di proteggere la sua famiglia da nemici sempre nuovi.

Proprio come nelle fiabe vedremo che l’amore vince sempre su tutto, lo diceva anche Virgilio, ma è proprio la costante, personaggi come Regina, il Signore Oscuro e Uncino trovano la via della redenzione e passano a combattere al fianco dei “buoni” per amore, abbracciando il bene.

Il vero Amore. (insomma la morale)

La settima stagione interrompe un ciclo, si assiste a un passaggio di consegne nel ruolo dell’eroe, da madre a figlio, ma c’è un ripetersi della storia come richiamo ad un passato che ritorna, sarà infatti la figlia di Henry, Lucy a cercarlo convinta che possa aiutarla a spezzare un nuovo sortilegio lanciato da altri cattivi e in un’ altra città.

Forse quest’ultima stagione ha perso un pò di mordente, avendo perso comunque gran parte dei personaggi storici che ci hanno accompagnato per le prima sei, e comunque  non presenta grandi novità a livello di trama, insomma forse la giusta conclusione della serie sarebbe dovuta essere con la sesta stagione.

Passando alle mie valutazioni personali, ho divorato la serie, amo il genere e ho trovato geniale l’idea della trasposizione dei personaggi delle fiabe ai giorni nostri, ho avuto però un tentennamento alla terza stagione (e il mio consiglio è di non mollare) quella dove il cattivo è Peter Pan, banalmente perché mi hanno distrutto il mito del mio amato “Peter”.

Il mio voto finale è 7, lo consiglio soprattutto a chi dopo una giornata stressante di lavoro vuole immergersi in un mondo incantato fatto di fiabe, magia e avventure.

E vissero felici e contenti!

Buona Visione! A lunedì per la prossima puntata!