caro diario

A volte ritornano

Mi sono detta, rimetti mano al blog, ma mica lo so da dove partire, perché ricominciare da dove ci eravamo lasciati più o meno un anno fa, é complicato.

Perché complicato? Perché questo sarebbe dovuto essere l’anno della svolta, l’anno in cui il blog avrebbe avuto senso, perché vi avrei raccontato le vicissitudini di quella ragazza che sognava di vivere al mare e finalmente realizzava il suo sogno.

Purtroppo però le cose sono andate diversamente, mi sono trasferita certo, ma nel bel mezzo di una pandemia, il che ha complicato enormemente le cose, sia per quanto riguarda le varie prassi dei documenti da ottenere, cosa di cui senz’altro avrei voluto parlarvi, sia per quanto concerne la libertà di muoversi senza paura e conoscere davvero la mia nuova casa.

In questi mesi, così come voi, mi sono sparata quarantene, coprifuoco di dubbia utilità e per non farmi mancare nulla, pure un tampone per il compleanno con tanto di isolamento fiduciario fino all’esito, per fortuna negativo.

Insomma non avevo nulla di particolare da raccontare perché in questo 2020 non ha avuto molta importanza il luogo in cui ci si trovava, ci siamo trovati tutti sulla stessa barca che sembra fare acqua da tutte le parti.

Mi sono sentita senza ispirazione per mesi, perché gli stimoli da smartphone non mi bastavano, al tempo stesso volevo andare avanti almeno con il pensiero, così mi sono iscritta ad innumerevoli corsi per migliorare la mia preparazione, senza prendere parte alla famosissima saga delle dirette di Instagram dove spesso ci si riempiva la bocca del niente più totale.

Sentivo di dover rimanere concentrata e mi sentivo in obbligo di rimanere quella persona, che pur stando sui social, non doveva intasarli con la sua presenza se non aveva nulla da dire, senza contare che in determinati momenti è davvero meglio tacere.

Sono stata triste, arrabbiata, speranzosa, nostalgica, a tratti felice, poi ancora annoiata e al tempo stesso stremata dalla mia testa che di fermarsi non ne voleva sapere.

Nella mia testa ho viaggiato tante di quelle volte da ritenermi fortunata di non dover pagare il biglietto.

La verità è che quando cambi vita all’inizio tutto ciò che vuoi sapere è che in qualsiasi momento tu ne senta il bisogno puoi tornare, era questo che mi ripetevo il 16 febbraio quando ho comprato quel biglietto di sola andata per me e Luna.

Poi la pandemia e la malattia di Luna hanno infranto le nostre speranze, ma oggi non voglio essere triste, oggi realizzo il buon proposito di tornare su queste pagine per dare un senso a questo spazio per cui in questi anni ho lottato così tanto.

Voglio darmi di nuovo la possibilità di raccontarmi perché ne ho scoperto l’urgenza.

Stavolta torno presto, lo prometto!

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caro diario

I pipponi di fine anno

Avevo detto che non avrei fatto bilanci, pensavo mi facesse stare male, invece ho iniziato a scrivere e non mi sono più fermata, e allora mi sono detta “vediamo dove mi porta”.

Il 2019 è stato mio amico fino al mio compleanno poi ha deciso che dovevamo litigare e che io dovessi iniziare a somatizzare tutto ciò che non andava come preventivato, è stata dura combattere contro me stessa, è stata dura sentirmi addosso tanta pressione, è stata dura perdere Ettore e sentire di averlo trascurato per qualcosa di grande che avrebbe dovuto comprendere anche lui.

Sto cercando faticosamente di riprendere il controllo sui miei stati d’animo, sto cercando di essere paziente e di non arrabbiarmi con me stessa perché non riesco più a far fronte all’ansia, perché non ho mai lasciato che l’ansia prendesse il sopravvento e invece ora ci devo coesistere.

Mi ripeto che devo essere indulgente perché ho fatto così tanti passi che non credevo sarei stata in grado di fare, ho lasciato un lavoro a tempo indeterminato per buttarmi in un mondo che ho scelto e voluto fortemente, ho studiato, fatto corsi, non smetto mai di documentarmi perché siamo in continua evoluzione.

Ho percorso a ritroso i passi del mio destino, salutando luoghi per sentirmi più vicina a chi non c’è più.

Ho organizzato il matrimonio, ovviamente non da sola, ma nessuno di noi due aveva idea di come si facesse, da dove si partisse, eppure ce l’abbiamo fatta ed è stato tutto bellissimo, meglio di come avevamo immaginato, perché quello che conta è solo l’amore. Io comunque continuo a consigliare una wedding planner perché organizzare un matrimonio è davvero un’impresa mai finita fino al giorno prima.

Ho visto posti che non pensavo potessero esistere davvero, li ho assaporati, osservati e mi sono sentita parte di un mondo bellissimo.

Ho cominciato a realizzare che forse per chi ha trovato il suo posto nel mondo è il mondo stesso ad essere casa, e questo pensiero mi ha aiutata ad affrontare il passo più difficile, quello ancora incompleto, in via di definizione, lavori in corso.

Certo l’ansia non ha aiutato a superare gli ultimi due capitoli di questo 2019, ma ho la fortuna di essere una persona estremamente razionale che si rende conto di aver dato tutto e di essere stremata.

Quando parlo con alcune persone mi sento dire “va beh ma dai vai a vivere al caldo starai benissimo e poi hai smesso di lavorare a giugno come puoi essere stressata, hai viaggiato”

E allora ho deciso di spiegare una volta per tutte, che no non ho smesso di lavorare a giugno, ho solo smesso di fare due lavori, ma io lavoro tutti i giorni, anche il sabato e la domenica.

Vado a vivere al mare al caldo e non vedo l’ora, ma la mia famiglia e i miei amici rimangono a 4000 km da me e non sarà facile, come non è stato facile trovare la nostra casa, sbrigare tutta la burocrazia in un altro paese con un’altra lingua.

Ho viaggiato, si tante di quelle volte che vorrei solo fermarmi e smettere di prendere aerei ogni 15 gg quando va bene.

Vorrei dire a queste persone che il solo fatto di aver avuto il coraggio di cambiare la mia vita meriterebbe comprensione, ma non importa.

Forse non mi importa di quelle persone.

Ora mi importa della nostra famiglia e dei passi che mancano per la realizzazione del nostro futuro, il bello deve ancora venire.

E forse proprio per questo avrò il fantasma del 2019 ancora con me per almeno un mese e mezzo, ma non importa perché siamo noi a fare la differenza e io mi impegnerò per far capire al mio corpo che potremo riposarci appena finito.

Ci prenderemo un tè in terrazza guardando il mare ogni mattina e sarà lì che avrò fatto pace con la mia ansia.

Manca poco, nel frattempo saluto il 2019 come una scatola piena di cose farebbe, una scatola piena di cose da cui ripartire.

Non potevo essere più onesta di così e continuo a ripetermi, a volte anche a voce alta, che andrà tutto bene.

Grazie a chi c’è stato fisicamente o solo con il pensiero, grazie a chi si è preso cura di me, ma sono sicura che i miei grazie arriveranno a chi devono arrivare.

Ovviamente ho avuto buona compagnia per tutto il viaggio e molto amore.

Grazie per aver letto fino a qui ❤️

App, Salute, sport

Recensione App Sweatcoin

Sweatcoin questa app sconosciuta, ho deciso a grande richiesta di scrivere una recensione un po’ più dettagliata di quelle che si trovano per ora in rete.

Cari amici, chi non vorrebbe essere pagato per camminare o camminare e comprarsi un iPhone?

Innanzitutto si tratta di un app gratuita fruibile sulle piattaforme iOS e Android ed è nata per incentivare il movimento, gli spostamenti a piedi e la salute, quindi non abbiate paura a scaricarla non vi mangia, ma può fornire un incentivo per migliorare il vostro stile di vita.

-Cosa serve?

Uno smartphone dotato di gps, che possa permettere all’app di registrare i vostri passi.

-Incide sulla batteria dello smartphone?

Ni o meglio se non la aprite ogni due minuti e già utilizzate delle app per monitorare l’attività fisica non noterete alcuna differenza, se invece la aprite spesso per controllare mentre state camminando per esempio se funziona, ecco li sappiate che il vostro smartphone vi abbandonerà a breve (la batteria sempre eh).

-Devo avere delle accortezze particolari?

No, ma è necessario ricordarsi a fine giornata di verificare se sono stati calcolati tutti i passi, l’app fa un scarico automatico dei dati ogni 2000 passi, ma potrebbero essere rimasti dei passi.

Ecco come fare:

dalla pagina iniziale cliccate si info e vi si presenterà questa schermata:

Alla voce Unsent steps il sistema vi darà il numero di passi ancora non convertiti e cliccando su force send now potrete monetizzarli

È doveroso precisare che i passi per essere conteggiati dovranno essere rilevati con gps, quindi i passi che facciamo in casa non contano, ma contano solo quelli che implicano uno spostamento all’esterno, per evitare che i furbi camminino sul posto per 3 gg.

-Qual’è il tasso di cambio?

Un Sweatcoin corrisponde a 1000 passi.

-Quanti Sweatcoin posso accumulare al giorno?

Con la versione base fino a 5 indipendente che voi facciate 5000 o 10000 passi al giorno. È possibile però eseguire un upgrade a diversi livelli, senza alcun costo aggiuntivo in euro.

Mi spiego meglio, di solito le app nelle loro versioni base sono gratuite, ma hanno un costo se si passa alla versione premium, per Sweatcoin il discorso è un po’ diverso:

In questa pagina potete visualizzare il vostro profilo e capire che tipo di abbonamento avete, si partirà con

La cosa fantastica dell’app è che i vari upgrade si pagano in Sweatcoin sempre. Io per esempio sono già passata da mover a shaker.

-Cosa ne faccio dei Sweatcoin?

All’interno dell’app c’è uno store:

Questi sono solo alcuni esempi di quello che potete trovare.

-Se la consiglio?

Si, assolutamente, non ha nessuna controindicazione 😉

Spero di esservi stata utile, se avete domande rispondo con piacere sui vari social, nel frattempo buona camminata a tutti.

Attualità, caro diario, sociale

Indignazione di pausa pranzo

Sono sempre meno brava con i titoli, ma perdonatemi questo ha qualcosa che mi piace, credo il suono. Lo ammetto un po’ sto impazzendo, ma non lo nascondo e abbraccio il mio destino, ma non sono probabilmente l’unica su questa via.

Non penso che sarà nulla di nuovo, rispetto a quello che siamo abituati a leggere ogni giorno riguardo la discriminazione qualsiasi essa sia, anche se in questa pillola di vita quotidiana si evince quanto sia facile imbattersi in un dialogo come questo, fatto senza pensare a chi potenzialmente potresti avere davanti, a chi potresti ferire principalmente.

Non vi dirò nulla dell’ uomo che stava intavolando con altre due signore questo discorso, dirò solo che è un esercente, e forse proprio il fatto che sia un esercente mi ha irritata, perché la stessa bestialità che hai detto a me con sguardo serafico, chissà a quante persone l’hai ripetuta oggi.

In questo dialogo l’esercente e le due signore annuenti convenivano sul fatto che la sola famiglia che concepiscono è la “famiglia tradizionale” con qualche pittoresco e offensivo commento, ho cercato di mordermi la lingua, ma raramente riesco a starmene zitta quindi faccio presente che la famiglia è un insieme di persone che si vogliono bene, ma con scarsi risultati, quindi ho pagato e me ne sono tornata in ufficio.

Sono incazzata (indignata che è più fine l’ho messo nel titolo) però, quanta ignoranza c’è dietro tutte quelle facce da perbenista che ci sono in giro? Fate dei commenti pessimi celati da false buone maniere così nessuno può dirvi che siete trogloditi.

E invece lo siete perché prima di tutto viene il rispetto per le persone, in quanto persona ed essere umano come te e come me.

Quindi cari amici prima di abbandonarvi a certe esternazioni accertatevi che nel vostro esercizio non siano presenti quelli che voi chiamate “quelli diversi” o “amici di quelli diversi” , perché potreste ferire, offendere o semplicemente rovinare la giornata di qualcuno solo per blaterare stereotipi a caso e far prendere aria alla bocca, e allora caro esercente, siccome non conosci chi hai davanti smettila di fare certe uscite davanti ai clienti.

Ovviamente questo è un banalissimo esempio di quello che siamo abituati a sentire ogni giorno stando a contatto con altre persone. Ma perché tutti quanti non proviamo a contare fino a 10 prima di parlare?

Prima ancora che tu sia certo di poter dire cosa è in modo assoluto giusto o sbagliato ricordati di aver rispetto per i tuoi interlocutori, tutti e sempre allo stesso modo.

Per chi se lo chiedesse, potevo farmi gli affari miei, anche sul momento, ma ho un brutto difetto: raramente riesco a contare fino a dieci e quando qualcosa non mi piace lo dico.

E sono sincera non sempre penso che sia un difetto.

In amore non c’è giusto o sbagliato, c’è solo amore.❤️🌈

Matrimonio

Ebbene sì… mi sposo!

Leggendo il titolo probabilmente qualcuno si aspetterà un racconto dettagliato della proposta che ho ricevuto, ma visto che come al solito con i titoli non sono brava, mi spiace deludervi, ma non è di questo che parlerò. (Eh poi il mio compagno è timido e certi particolari preferiamo tenerceli per noi, senza offesa eh 😉)

Cioè si, parleremo di matrimonio, ma nello specifico di come si organizza un matrimonio e la cosa folle è che io non so proprio da che parte si cominci.

Non sono la classica ragazza che sogna il matrimonio fin da bambina e ha interi album di abiti da sposa e la location dei sogni nel cassetto, no io sono quella contraria al matrimonio (perché il matrimonio altro non è che un contratto e non mi serve un contratto per definire l’amore) che poi un giorno ha trovato l’amore vero e si è ricreduta.

Quindi partendo dal presupposto che io di matrimoni ne so meno di zero, vi racconto come sto cercando di raccapezzarmi con l’organizzazione del mio.

Raccogliendo un consiglio “da bar” ho scaricato l’app di Matrimonio.com perché “è come avere un wedding planner” (seeeeee come no) il risultato sono 7 email al giorno che mi ricordano che devo scegliere il vestito, amici suvvia mi sposo a settembre 2019 per il vestito mi sembra proprio presto.

Per quest’anno gli unici obiettivi sono fissare data e location, che dici poco, è un lavoro a tutti gli effetti, come se già non lavorassi abbastanza 😅.

È anche divertente eh, perché magari qualcuno pensa “questa lamentona non c’ha proprio voglia di sposarsi”, non è questo è che ci sono un sacco di criteri per scegliere la location giusta, o meglio io ho istituito la mia personalissima lista di criteri:

– no alla ghiaia (perché se come me i tacchi non sono i vostri migliori amici, rischiate di ribaltarvi e stamparvi nel giorno più bello della vostra vita 😂)

– no alle location nella “bassa” perché per parecchi giorni all’anno c’è quel eau de toilette che non è proprio piacevole 💩😂

– no alle location troppo lontane per evitare che amici e parenti si facciano km soprattutto al ritorno

– no alle location troppo grandi e dispersive (perché non arriviamo a 100 invitati)

– no alle location che ti calcolano l’open bar a cocktail (che razza di open bar è se mi conti i cocktail)

– no alle location con arazzi e poltrone in velluto (non abbiamo 80 anni)

Quindi in questa pazza ricerca, calcolando anche le disponibilità delle location per la data scelta, siamo giunti a 3 papabili che però come ben si sa sono da andare a visitare perché in foto dalla giusta prospettiva e con un po’ di ritocco anche un bettola sembra carina.

Ovviamente l’app Matrimonio.com si è rivelata utilissima in questo frangente perché è possibile mandare richieste di preventivo ai fornitori molto facilmente e ricevere risposta tramite email.

Quindi abbiamo inviato delle richieste di preventivo e siccome su tre location solo una ha disponibilità nella data indicata (per fortuna non si sposa più nessuno), abbiamo studiato tutto il materiale che ci è stato inviato e ci hanno invitato ad un open night organizzato da una nota società di catering che gestisce più location, compresa la nostra preferita.

Che figata, direte voi, eh no vi devo dire che sono sconvolta dalla quantità di gente che va a queste eventi con amici e parenti solo per scroccare cibo e alcool, non sto esagerando eh, gente che sembrava non mangiasse da anni 😂.

Ovviamente tutta questa gente ha reso impossibile il fatto di poter avere informazioni concrete riguardo al tutto, quindi fisseremo un appuntamento direttamente nella location, incrociate le dita perché il prossimo post dedicato al matrimonio vorrei fosse intitolato “habemus location”.

Ah ovviamente se qualcuno avesse delle dritte, sono molto più che ben accette.

Attualità, lavoro, sociale

Jobs act e articolo 18

L’articolo 18 fa parte di quello che viene comunemente denominato Statuto dei lavoratori, legge del 20 maggio 1970 che contiene l’ insieme delle norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, volte a regolamentare tutti gli illeciti e le ingiustizie legate al mondo del lavoro in Italia.

Attualmente l’articolo 18, dopo la revisione della riforma Fornero nel 2012, indica quali sono i diritti e i limiti per chi viene licenziato in modo illegittimo e vuole fare un ricorso per essere reintegrato sul posto di lavoro o per avere un risarcimento economico commisurato al danno subito.

Per definire l’illegittimità di un licenziamento lo statuto dei lavoratori fa riferimento alla discriminazione, alla mancanza di giusta causa o giustificato motivo.

Il motivo più diffuso ormai è diventato “esubero di personale” o “ridimensionamento dell’ organico”, quello vero di motivo invece noi lavoratori l’abbiamo intuito eccome, soprattutto noi lavorati assunti con la genialata del secolo (sono ampiamente ironica) il “jobs act”.

E spesso le motivazioni sono del tutto arbitrarie e fuori dall’ ottica della salvaguardia dei diritti dei lavoratori, sono sicura che ognuno di noi conosce almeno una persona che ha perso la propria occupazione con la scusa dell’esubero del personale e il malcapitato non ci può fare nulla perché molte aziende stanno utilizzando il contratto a tutele crescenti varato dal jobs act per truffare non solo i propri lavoratori, ma lo stato in primis.

Accennavo prima alla riforma del diritto del lavoro in Italia, promossa e attuata dal governo Renzi attraverso l’ emanazione di diversi provvedimenti legislativi varati tra il 2014 e il 2015, insomma il “jobs act”, il termine deriva dall’ acronimo “jumpstart out business startups act” in riferimento a una legge statunitense promulgata durante la presidenza di Barack Obama nel 2011 a favore delle piccole imprese.

Ma perché questo insieme di riforme è il male per i lavoratori assunti dal 2014/15? I diritti dei lavoratori assunti dopo tale data sono gli stessi regolamentati dall’ articolo 18?

In parole povere, perché non sono un giurista,la nuova riforma prevede sicuramente un’ iniziale diminuzione del tasso di disoccupazione, ma un altissimo tasso di licenziamenti razionalmente immotivati trascorsi i 3 anni dalla data di assunzione.

I frutti si cominciano a vedere proprio ora, proprio per la questione temporale di cui parlavamo prima, ma perché dopo 3 anni?

Facciamo una premessa, se cercate su google “contratto a tutele crescenti” leggerete sicuramente questa descrizione:

“Il contratto a tutele crescenti è stato introdotto con il Jobs Act e con la sua entrata in vigore si è rivista la disciplina sui licenziamenti illegittimi che si applica ai nuovi contratti a tempo indeterminato dal 7 marzo 2015.

Tra le principali novità della riforma del lavoro 2015, il contratto a tutele crescenti non consiste in una nuova forma contrattuale, ma ha l’obiettivo di rendere il contratto a tempo indeterminato il principale canale d’ingresso nel mondo del lavoro. Le maggiori novità che introduce riguardano i licenziamenti: in caso di licenziamento illegittimo, infatti, è previsto un indennizzo economico certo e crescente all’aumentare dell’anzianità di servizio del lavoratore. Mentre il reintegro è previsto in un ristretto e specifico numero di ipotesi.”

Tutto sembra quindi essere a favore del lavoratore, che finalmente non si barcamena più in agenzie per il lavoro per anni prima di essere assunto, ma attenzione perché i disonesti sono sempre dietro l’angolo.

Il contratto a tutele crescenti prevede infatti degli incentivi e sgravi fiscali per i datori di lavoro che vi assumono, ma solo per i primi tre anni.

Trascorsi i tre anni il datore di lavoro disonesto, e credetemi ce ne sono molti, non ha più interesse a mantenere la vostra posizione in azienda e potrebbe presentarvi una lettera di licenziamento con la banale motivazione “ridimensionamento del personale” e un accordo economico che vi impedisce di fargli causa.

In primis vi voglio dire che la firma di tale accordo non vi impedisce di fare causa al vostro ex datore di lavoro, il problema è che non troverete molti appigli perché purtroppo questi stronzi, si muovono nella legalità anche se oltre a voi, stanno truffando lo stato applicando la normativa a loro piacimento.

Quello che potete fare è raccogliere prove sufficienti a testimonianza del fatto che dopo il vostro licenziamento, qualcuno ha preso il vostro posto e la vostra mansione, in questi casi per rimpiazzarvi il vostro ex datore di lavoro userà un’ agenzia di somministrazione del lavoro in modo da scamparla e riproporre il giochetto al nuovo malcapitato.

Se poi la vostra azienda non è sindacalizzata (vorrei aprire una parentesi sui vari sindacati, ma non siamo nella sede adatta e sono già troppo prolissa) in bocca al lupo, perché nessuno vi aiuterà a sbrogliare la matassa.

Ora non voglio fare del terrorismo psicologico perché non tutte le aziende sono uguali, ma è necessario tenere gli occhi ben aperti e sapere che il vostro tempo indeterminato potrebbe valere quando un contratto di somministrazione.

social

Coalizziamoci #nofollowersfake

Prima di scrivere questo articolo, ho aspettato qualche mese dalla nascita del mio progetto, perché come tutte le cose specialmente all’inizio, vuoi non dare il beneficio del dubbio?

Sappiamo benissimo che per un nuovo brand che nasce è importantissimo sapersi vendere nella maniera corretta sui social, e non fidatevi di chi vi dice che è diventato famoso per caso o non ha usato alcun accorgimento per fare crescere il numero dei suoi followers sui propri social, sono baggianate, grandi e grosse.

Nel mondo dei social, la vetrina più importante e più gettonata è certamente Instagram, che ci permette di mostrare al mondo il nostro lavoro o hobby che sia e ci offre gli strumenti per intrattenere rapporti con le persone, per confrontarci o per acquisire nuovi clienti.

Quindi quando è nato il diariodiunascappatadicasa, ho creato un nuovo account di Instagram, Facebook e Twitter.

Oggi mi soffermerò a parlare proprio di Instagram, delle dinamiche che lo coinvolgono, delle persone poco oneste, del famoso logaritmo e dei followers fake.

Inizio con il dire che stamattina la mia pagina Instagram contava 233 iscritti, non mi lamento perché comunque queste 233 persone seguono proprio me e non sono comunque poche se le pensiamo tutte in una stanza, ma voglio aggiungere che se il fenomeno “follow to follow” o “fake followers” non esistesse io a oggi di iscritti nei avrei ben 647 che se permettete è un po’ diverso.

Per le piccole pagine, come la mia, crescere su Instagram è diventato quasi impossibile, perché a meno di sponsorizzazioni i nostri feed sono poco visibili grazie al nuovo algoritmo che sceglie per noi cosa mostrarci e quale rilevanza dare al contenuto.

La formula tiene conto di 3 fattori principali: interesse, tempestività e relazione – ed altri tre fattori ausiliari legati all’uso più o meno regolare dell’app – frequenza, seguito e utilizzo, shakerando otteniamo la formula magica che determina ciò che vediamo nelle nostre bacheche.

Ok, che Instagram non nasconde nessun contenuto perché andando sulla singola pagina di ciascuno, tutti i post sono perfettamente visibili (ovviamente parlo di pagine pubbliche), ma se il mio contenuto non ottiene un numero abbondante di like poco dopo la pubblicazione, potrebbe passare inosservato, anche se è originale e frutto del mio lavoro di giorni o ore.

Infatti l’algoritmo privilegia i post con un alto engagement quindi tutto dipenderà da quanti follower abbiamo, da quanto siamo attivi sulla piattaforma, da quante interazioni abbiamo, gli hashtag che utilizziamo e la qualità dei contenuti.

La spina nel fianco è però rappresentata da tutte le società nate per vendere followers illegalmente, cari utenti di Instagram abbiate una morale, l’immagine del vostro brand è importante, ed è importante mantenere un’integrità, se io fossi una grande azienda non vorrei collaborare con chi ha grandi numeri, ma finti.

La pubblicità è importante se raggiunge un bacino vero di clienti, quindi grandi aziende fate attenzione all’influencer a cui scegliere di affidarvi per rappresentare i vostri prodotti e il vostro brand.

La piaga principale sono comunque i cari followers fake, o follow to follow, persone che ti seguono in media per 4 giorni e poi ciaone, queste persone insultano i nostri contenuti e la nostra intelligenza, perché se un contenuto ti piaceva 4 giorni fa, ora perché ti cancelli?

Instagram è certamente a conoscenza di queste problematiche, ma non ha nessuna convenienza nel cercare di combatterle, in vista anche del nuovo programma di monetizzazione e dell’introduzione dei video fino a 1 ora, l’intento è soppiantare YouTube (che è uno schifo già da anni) non di certo permettere ai piccoli di diventare “bocche da sfamare”.

Forse per l’algoritmo non possiamo fare nulla, ma possiamo combattere le ingiustizie, anzi dobbiamo, siamo piccoli, ma siamo tanti, so che ormai le persone hanno perso la buona abitudine di far valere idee e diritti e che nessuno manifesta più nemmeno se il paese va a rotoli (e va a rotoli), non vi chiedo di scendere in piazza, vi chiedo di unirci e cercare di fare squadra sovvertiamo il sistema, rompiamo le palle, diamoci da soli la visibilità che meritiamo.

Compatti, dritti alla metà!

Serie Tv del momento Rubrica

– Serie tv del momento – capitolo 4 – The originals

Buon lunedì a tutti, bentornato a chi mi legge ogni lunedì e benvenuto a chi incappa nelle mie parole per la prima volta.

Questa settimana è la volta di “The originals” la serie fantasy statunitense, nata come spin off di The Vampire diaries, che debutta ad Ottobre 2013 sull’emittente televisiva The CW.

La serie è per lo più ambientata nel quartiere Francese di New Orleans e si incentra sulle vicende di Klaus ibrido originale e della sua famiglia.

Il suo personaggio è eternamente diviso tra la malvagità e la follia, nonostante sia un assassino metodico e paziente è un grande elaboratore di piani efficaci volti a liberarsi dei suoi nemici. Trattandosi di un originale appunto, può essere ucciso solo da un paletto di legno di frassino bianco, come narra la leggenda.

Di lui si sa che ha combattuto nell’esercito di Carlo Magno e nella guerra di Troia e che dopo la caduta dell’impero romano si stabilì in Germania.

La serie si sviluppa in 5 stagioni dove Klaus e la sua famiglia affronteranno nemici sempre diversi, consanguinei compresi e solo l’amore per la figlia avuta con Hayley terrà tutti saldamente uniti per salvaguardare il bene comune: la sua felicità.

New Orleans offre una cornice perfetta al folklore che questa serie dipinge, la magia delle streghe, la musica per le strade, le parate e i riti Pagani.

Tutto ciò non toglie che la serie sia lenta a tratti noiosa, in molte puntate non succede quasi nulla e sicuramente è un cast meno “attraente” di The Vampire Diaries.

Tirando le somme, anche se nel corso delle ultime stagioni Klaus e la sua famiglia mi sono “quasi” simpatici il mio voto è 5,5, questa serie doveva finire con la morte del padre di Klaus il primo nemico.

Premetto che per questo motivo mi manca ancora qualche puntata alla fine, ma ovviamente c’erano serie tv più allettanti che avevano la precedenza.

Lo finirò, quando avrò finito il resto!

Come al solito vi chiedo di condividere la vostra opinione se vi va, buona visione e a Lunedì prossimo per la prossima serie.

Salute, sport, Tecnologia

Camminata e conta passi – la palestra non è per tutti

Per la serie, non sono solo le abitudini alimentari a influenzare lo stile di vita, oggi vi presento il mio alleato n. 1, il mio Apple Watch serie 1, ovviamente non trattandosi di una sponsorizzazione Apple, faccio presente che esistono milioni di dispositivi, per tutte le tasche, che svolgono le funzioni di cui parleremo oggi.

La cosa importante per la buona riuscita di un percorso di dimagrimento o di mantenimento è monitorare costantemente la propria attività, quindi il dispositivo adatto dovrà avere le seguenti funzioni per esserci d’aiuto:

– conta passi

– monitoraggio dell’attività fisica

– monitoraggio del battito cardiaco

– monitoraggio del sonno

Nel mio post “la mia rinascita” ( https://diariodiunascappatadi.casa/2018/05/04/la-mia-rinascita-i-soliti-problemi-con-i-titoli/) ho parlato del mio allenamento quotidiano e di quanto sia stato fondamentale nel mio percorso di rimessa in forma camminare.

Camminare è un esercizio adatto a tutti, ma non tutti i tipi di camminata sono uguali, per essere efficace si deve mantenere un certo ritmo, sostenuto e un certo numero di pulsazioni al minuto.

Come tutte le attività aerobiche, la camminata a passo sostenuto regala numerosi benefici:

– riduce la pressione arteriosa e il rischio di malattie cardiovascolari.

– diminuisce l’incidenza di tumori

– rinforza i muscoli toracici con un miglioramento della ventilazione a livello polmonare (assolutamente consigliata a chi soffre d’asma o bronchiti croniche)

– regola il metabolismo soprattutto nell’elaborazione degli zuccheri (fondamentale nei soggetti diabetici)

– aiuta a mantenere la regolarità dell’apparato gastrointestinale

– contrasta l’osteoporosi

– aiuta a perdere i famosi kg di troppo

– ha notevoli benefici anche sul sistema nervoso, le endorfine rilasciate dal nostro corpo durante la camminata aiutano a combattere stress, stati d’ansia e depressione

Gli esperti consigliano di stare intorno alla soglia dei 10000 passi quotidiani ed è proprio per questo motivo che abbiamo bisogno di un dispositivo atto a monitorare la nostra attività quodiana, perché solo la consapevolezza delle nostre abitudini ci può aiutare a modificarle in meglio.

Per chi è alle prime armi e non vuole fare un grosso investimento il miglior dispositivo è Mi band di Xiomi in vendita su Amazon Mi band 2 a circa 25 €.

È compatibile sia con IOS che con Android, leggero, subacqueo, con una durata eccezionale della batteria fino a 28 gg.

Per chi invece vuole porsi degli obiettivi sempre più sfidanti consiglio Apple Watch, in quanto oltre alle funzioni che abbiamo accennato precedentemente offre delle challenge (i famosi anelli di movimento, esercizio e in piedi)

Si tratta nello specifico di 3 anelli quotidiani da completare che concorrono al raggiungimento di obiettivi giornalieri,settimanali, mensili e annuali.

A volte abbiamo anche delle sfide dedicate a giorni particolari come il giorno della terra o San Valentino.

Pensate che Apple investe molto su queste challenge infatti organizzano corsi gratuiti proprio per fidelizzare le persone a questo tipo di sfide.

Il mio consiglio è di ricordarsi che si tratta di un gioco, un gioco che puoi aiutarci a stare meglio, sempre se usato con buon senso senza sviluppare delle dipendenze.

E credetemi ci sono persone che ne sono dipendenti!

Detto questo buona camminata a tutti!

Bellezza, Salute

Pulizia del viso, skin care e dintorni.

Per la prima volta qualche mese fa a 32 anni suonati mi sono decisa a prenotare la mia prima pulizia del viso, dico mi sono decisa perché sono sempre stata terrorizzata dai racconti di persone che raccontavano di aver subito torture atroci sottoponendosi a questo trattamento.

Del resto, si sa che se belle vogliamo apparir dobbiamo soffrir, ma a tutto c’è un limite, anche alla cavolate, mi rivolgo alle persone che mi hanno terrorizzata per anni, forse avete sbagliato estetista o forse abbiamo una soglia del dolore diversa, sta di fatto che la mia esperienza è stata, si in alcuni momenti un pò fastidiosa, ma decisamente rilassante ed efficace nel complesso.

Ovviamente vuoi non chiedere consiglio, già che ci sei, sulla skin care adatta alla tua tipologia di pelle? è un bene farlo assolutamente perché quello che ho scoperto nel mio caso, è che ho sempre sbagliato tutto, modalità e prodotti. Bene ma non benissimo.

Comincerò con il dire che la pulizia del viso almeno una volta ogni 2 mesi è entrata nei famosi “mai più senza” perché come del resto era ovvio, la mia pelle ne ha tratto un enorme giovamento, è decisamente più luminosa e la visibilità dei pori si è di molto ridotta. (ho una pelle con tendenza grassa)

Ma torniamo alla skin care sbagliata, quella di sempre, su suggerimento della mia estetista ho sostituito l’acqua micellare e il detergente per pelli miste impure con un olio precisamente il Confort Supreme Huile Dèmaquillante di Galénic, questo olio di media densità è stata una vera scoperta, è uno struccante ma anche un semplice detergente, non ci avrei onestamente mai pensato, uno non crede che una sostanza oleosa possa rendere meno oleosa una pelle grassa, e invece tutto l’opposto oltre ad avere un profumo buonissimo floreale, lascia la pelle pulita, molto liscia e morbida.

2018-05-20 23.20.27

Composizione.:Ricinus communis (castor) seed oil (ricinus communis seed oil), caprylic/capric triglyceride, PEG-40 sorbitan peroleate, polyamide-3, octyldodecanol, argania spinosa kernel oil, benzyl salicylate, beta-sitosterol, BHT, citronellol, fragrance (parfum), hexyl cinnamal, limonene, linalool, pentaerythrityl tetra-di-T-butyl, hydroxyhydrocinnamate, tocopherol, tocopheryl acetate.

Ho anche abbandonato la mia amata crema viso di Erbolario rosmarino e bardana per pelli grasse e impure, al momento quindi, sempre su consiglio dell’estetista, sto testando il siero sempre di Galénic Pureté Sublime, un siero viso matificante dalla consistenza impalpabile che si assorbe molto velocemente e ritarda il famoso ” effetto lucido” di molte ore rispetto ad una normale crema per pelli impure, ottimo sia come siero viso che come base per il make up.

2018-05-20 23.22.00

Composizione.: Aqua, Propylene Glycole Dicaprylate/Dicaprate, Cauterets Spring Water (Cauterets Aqua), Hamamelis Virginiana (Witch Hazel) Water (Hamamelis Virginiana Water), Aluminium Starch Octenylsuccinate, Polymethyl Mathacrylate, Glycerin, Hydroxyethyl Acrylate/Sodium Acryloyldimethyl Taurate Copolymer, Glycolic Acid, Citric Acid, Disodium Edta, Parfum (Fragrance), Glyceryl Stearate, Glycine, Green 3 (Ci 42053), Lactic Acid, Linalool, Myristyl Alcohol, Myristyl Glucoside, Panthenol, Peg-100 Stearate, Phenoxyethanol, Polysorbate 60, Propylene Glycol, Silica, Dosium Benzoate, Sodium Hydroxide, Sorbitane Isostarate, Xanthen Gum, Yellow 5 (Ci 19140), Zinc Glycinate.

Li sto utilizzando da un paio di mesi e devo dire che mi sto trovando benissimo, la mia pelle è assolutamente rinata, ovviamente il mio consiglio di base è fare un’ analisi della propria pelle, molte farmacie organizzano giornate dedicate alla cura della pelle con analisi gratuite senza obbligo di acquisto, conoscere la propria pelle ci aiuterà sempre con l’aiuto di consigli degli esperti a scegliere i prodotti più adatti a noi.

Le varie linee di Galénic le trovate in tutte le farmacie.

Se questo tipo di post vi piace, lasciatemi un commentino perché sto testando altri prodotti di cui mi piacerebbe parlare da profana. E soprattutto mi piacerebbe sentire anche altre opinioni, le vostre.